Auto Senza Guidatore

Guida sicura sulle nostre auto? Bocciato lo smartphone! Promossa l’auto senza guidatore

Mentre la tecnologia avanza e ci propone sul mercato dei modelli d’auto a guida autonoma sempre più all’avanguardia, dove il pilota è un optional, i dati sulla guida poco sicura degli italiani e sugli incidenti autostradali  parlano chiaro: tra le distrazioni che possono portare a un sinistro primeggia in maniera assoluta lo smartphone ( dati instat al 31.12.2017) le infrazioni dovute all’uso del cellulare sono aumentate, infatti, del 15,1%. Il Dott.  Max Dorfer,  psicologo italiano che studia il comportamento umano nel traffico e, attualmente svolge attività presso il  Settore di Psicologia della Sicurezza Viaria ( La Psicologia Viaria, si occupa della guida sicura e della sicurezza sulle strade, presso il Servizio di Medicina Legale di Bolzano) precisa che:

“A determinare la sicurezza della guida interviene un oggetto, che pesa circa un chilo e mezzo ed è collocato tra le due orecchie e non si tratta certo di un optional: il cervello!”

Già, è il cervello che determina la condotta di guida, la scelta del veicolo, il suo uso e, in definitiva, anche la propensione agli incidenti. Quello che dovremmo utilizzare una volta che siamo alla guida delle nostre “macchine normali”, senza distrazioni e/o interruzioni. Nei giorni scorsi, una nuova “realtà futuristica”  si aggirava  nella città di Torino, dentro Palazzo Madama,  lasciando i passanti a bocca aperta: un’auto senza pilota! L’evento, accaduto in pieno centro, nonostante stesse circolando in un’area  di test circoscritta da cordoni, ha suscitato scalpore, in quanto l’auto senza guidatore, è incidentalmente sbattuta contro un lampione. Per un istante, sembrava davvero di vedere un fantasma al volante nel centro di Torino, una situazione perfetta da vivere la notte di Halloween!  Peccato  che fosse pieno giorno…
In realtà, l‘auto senza conducente, non era l‘automobile di Google  ma di proprietà della Telecom. E stata provata per due giorni sotto la Mole, inaugurando la sperimentazione della rete Tim 5G. L’errore fatale accaduto durante il test drive, ha evidenziato l’errore umano e, quindi, non dell’ intelligenza artificiale, come ha affermato la Sindaca Appennino, intervenuta all’evento.

La disattenzione umana, ( anche in un  caso di test auto senza pilota)  rappresenta la  maggior causa  di incidenti. Saranno le auto ultramoderne  dotate di pilota automatico a garantirci questa sicurezza (che non è un optional ) oppure la  capacità di allenare al fine di aumentare la nostra attenzione alla guida?

“Penso che le macchine che guidano da sole siano più affidabili degli essere umani – ha affermato con decisione Frank Rinderknecht, fondatore della casa automobilistica Rinspeed, quando ha presentato una nuova concept car al Salone di Ginevra 2018 – perché non hanno giornate no, non si ammalano, rimangono concentrate. Nonostante l’automobile sia femminile, ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice, ha, per fortuna, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza.”

Incidenti d’auto: la soluzione è la macchina che si guida da sola

In Italia, dopo gli innumerevoli incidenti d’auto accaduti soprattutto ai giovani, comincia a farsi strada,  la  profonda convinzione che, al tema della sicurezza, un corretto approccio non può che essere multidisciplinare (conoscenza dei processi percettivi,  di  attenzione, processi emotivi, mnestici, di psicologia sociale e del lavoro, di psicologia dello sviluppo e dell’educazione, ecc). come afferma il dott. Dorfer . Secondo la psicologia del traffico, un problema molto rilevante, per il rischio di incidenti stradali, è quello della sovrastima delle proprie abilità. Il traffico sicuramente gioca il suo ruolo fondamentale. La dimensione psicologica che più ne risente è quella della frustrazione: non è altro che il vissuto spiacevole che consegue dall’essere impediti nel raggiungimento di uno scopo prefissato. Il traffico cittadino è un esempio sensazionale di condizione frustrante: auto ovunque, ci impediscono di muoverci nei tempi e nelle direzioni che desideriamo. E la frustrazione porta inevitabilmente all’aggressività, che è una naturale reazione automatica dell’organismo, con la funzione di eliminare l’ostacolo che ci impedisce la piena libertà.
Ogni anno muoiono circa 1 milione di persone per incidenti stradali e circa 21 milioni sono quelle che rimangono disabili. Diversi studi, hanno evidenziato come, la maggioranza delle vittime di incidenti appartenga ad una fascia d’età molto giovane e come, ancora, la maggior parte sia causata da categorie di soggetti a basso o medio rischio, semplicemente per distrazione o disattenzione e, non tanto per l’attuazione intenzionale di comportamenti rischiosi alla guida.Una cosa è certa. Per guidare in sicurezza  non basta l’ABS oppure che gli airbag funzionino. Dietro a un atto apparentemente così semplice e naturale come quello della guida, fattori determinanti come la distrazione e la disattenzione causano comportamenti rischiosi ed eventi spiacevoli.

Eventi spesso prevenibili, quindi, con un cambiamento di comportamento alla guida.

Il fattore più importante per gestire responsabilmente il rischio dei propri comportamenti alla guida è costituito dall’accettazione della propria vulnerabilità. Fattore, questo, difficilmente presente soprattutto negli adolescenti, generalmente indotti a sottostimare fortemente i livelli di rischio personale. Poiché i neopatentati rappresentano una delle maggiori categorie a rischio di incidenti stradali, sarebbe opportuno che si tenesse conto di questi elementi nei programmi di formazione delle scuole guida, ancora troppo spesso incentrati sulla mera acquisizione dell’abilità di guida. Infatti, la guida non è per nulla naturale per il conducente, individuo “costruito” per la velocità del “passo d’uomo”. Egli necessità perciò di apprendimento e allenamento di specifiche competenze per poter realmente affermare di “guidare in sicurezza. Anche il poco senso civico e la scarsa educazione stradale contribuiscono a generare comportamenti a “rischio di incidenti”.

I dati della ricerca sottolineano come alcuni stili di vita improntati alla ricerca dell’iper-stimolazione (uso/abuso di droga, alcool, farmaci, vita notturna eccessiva) possano contribuire al verificarsi di incidenti. Gli abusi, come è noto, portano a delle alterazioni cognitive quali rallentamento dei tempi di reazione e di percezione, diminuzione del grado di attenzione. Soprattutto tra i giovani, in genere gli stati d’animo di intensità eccessiva, sia positivi (euforia, gioia, allegria) che negativi (frustrazione e rabbia), sono altrettante cause determinanti di incidenti stradali. Il mutamento dell’umore, infatti, incide sui livelli di attenzione, abbassandoli drasticamente; sui tempi di reazione; e sulla valutazione soggettiva del rischio. Queste cause aumentano la probabilità di incidenti.

Il Nemico della sicurezza alla guida.

A preoccupare gli esperti di sicurezza stradale è la dipendenza da smartphone in auto: alzi la mano chi non ha mai controllato almeno una volta il cellulare mentre era alla guida. L’auto di oggi è sempre più un concentrato di servizi che colloquiano col mondo esterno (navigatore, iPod, cellulare, ecc.), da strumento di sola mobilità quindi, si è evoluto anche a strumento di comunicazione, con  dirette conseguenze sulla psiche e l’attitudine alla guida. Se  da un lato infatti, la tecnologia moderna, ci  facilita nel lavoro e in tante piccole azioni quotidiane, dall’altra però può essere fonte di pericolo se non riusciamo mai a “sconnetterci” da essa, nemmeno quando la nostra attenzione dovrebbe essere indirizzata su qualcosa di più importante.
I dati sugli incidenti stradali parlano chiaro, le cause principali sono essenzialmente due:

  1.  la velocità
  2.  la disattenzione.

Ciò significa che la dipendenza da smartphone è un problema sempre più diffuso che mina la sicurezza delle nostre città. Usare il cellulare in macchina significa, nel concreto, perdere la vista della strada e di tutto quello che può succedere su di essa: comporre un numero ci porta via 7 secondi, scrivere un messaggio equivale a 10 secondi di “buio”, scattare un selfie alla guida prende 14 secondi. Non pochi i casi della cronaca che sono emersi alla ribalta su tutti i tg nazionali e quotidiani in cui si denunciavano morti di giovani alla guida mentre  si facevano un “selfie”. Il cellulare ci permette di comunicare un eventuale ritardo, o di allietarci con la compagnia di una voce amica, l’autoradio ci sollecita  momenti piacevoli trasmettendo la nostra canzone preferita ed il navigatore ci aiuta a non perderci. Tutti strumenti che, partecipano in maniera specifica a facilitare o ad allietare la guida. I problemi nascono nel momento in cui si ricerca l’mp3 nell’iPod, o si programma il navigatore, o si scrive l’sms in condizioni di traffico fluido, o in autostrada. Ben vengano dunque gli accessori alla guida, ma da utilizzare con buon senso e cautela.La pratica di guida è il risultato della coordinazione di un insieme di attività complesse, tra le quali l’attenzione gioca un ruolo principale. Durante la guida non ci si possono permettere distrazioni, soprattutto a velocità elevate.

la macchina che guida da sola: La Sicurezza in auto senza esserne alla guida

E se proprio siete stufi di guidare in mezzo al traffico, preferireste sorseggiare un caffè, guardare un film su grande schermo, navigare su Internet o semplicemente chiacchierare al telefono con gli amici, Xchange è l’auto del futuro che fa per voi, presentata al Motor Show di Ginevra, con pilota automatico, gli ideatori affermano  di essere” più sicura che se foste voi stessi alla guida” . Sarà vero?  Per saperlo, bisognerà attendere il 2020 e vederla circolare per le strade delle nostre città .